A volte mi chiedo dove siano finiti i miei sogni, se si siano solo nascosti in qualche meandro del cuore o si siano spenti per sempre. Indossata la corazza diventa sempre più difficile disfarsene. Lo sguardo disincantato non riesce più a credere nella bellezza. La ricerca, la insegue, se ne stupisce ma non sa afferrarla, coglierla, trattenerla, come se, in fondo, non fosse più in grado di compiere l’ultimo slancio, quel passo nel vuoto capace di assumersi il rischio, di tentare, di provare a vedere se sia ancora possibile scorgere poesia sotto le macerie.
Oggi non so più cosa desidero o forse ho solo paura di sognare. Ho riposto in fondo al cuore il progetto di vita più importante, quell’essenziale invisibile agli occhi di cui ero profondamente innamorata, il valore più importante, il bene supremo a cui avrei sacrificato tutto. Mi chiedo se per me ci sia ancora un senso profondo da inseguire, una stella polare a segnare la rotta dopo il naufragio. Perché forse la cosa che più vorrei, il desiderio che più mi fa tremare e non riesco a pronunciare a voce alta, è quello di riuscire nuovamente a volgere lo sguardo verso l’alto, per cogliermi fragile, imperfetta, ma ancora capace di sognare.
Vorrei svegliarmi e sentirmi così fortemente attaccata alla vita da esser pronta a sporcarmi di nuovo dei suoi colori, delle sue sfumature, di quelle vibrazioni che scaldano il cuore. Vorrei volgere lo sguardo verso il cielo e fidarmi ancora delle stelle. Vorrei credere che Epifania possa significare che lassù ci sia ancora la mia buona stella pronta a illuminarmi il cammino, anche se quaggiù sembra tutto buio. Perché forse è di questo che ho bisogno: di luce, di speranza, di una promessa in cui credere. Vorrei tornare a riveder le stelle, affinché il cuore non sia più zavorra ma gabbiano pronto a spiegar le ali. Vorrei che l’angoscia non prendesse sempre il sopravvento sulla speranza, per ritrovare il coraggio di rimettermi in viaggio, libera da corazze, scevra da paure. Vorrei riuscire a (r-)innamorarmi del mio sogno più grande per ritrovare il mio sguardo da bambina.
Vorrei che il mio cielo fosse sgombro da nubi, perché la luce della mia stella possa non esser sprecata. E vorrei ritrovare il coraggio di sedermi in due sulla stessa vetta, con lo sguardo rivolto vero l’alto e le mani intrecciate a segnare l’inizio d’un sogno di bambina divenuto realtà.
Non so perché ma io son convinto che quel cielo e quel coraggio lo ritroverai 😉
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Seduto sulla vetta il Piccolo Principe era solo.
Credimi per le persone ‘comuni’ essere aperti a un semplice sorriso ed ascoltare è una meta invidiabile.
Non servono grandi prove ma onestà e capacità di vivere al meglio giorno dopo giorno.
Sheraconunabbraccio
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Ogni parola sarebbe poco e superflua. Capisco bene la sensazione. Feci una foto ad una cometa tanto tempo fa (hale bopp) che rassomiglia tanto a questa foto.
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vorrei augurarti di riprendere a sognare e di conservare gelosamente i sogni che verranno, tuoi prima di chiunque altro.
ml
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Il solo fatto di esserti posta il quesito indica chiaramente che tu ed i tuoi sogni siete sempre vivi. Le persone senza sogni sono ben altre. Forse sei troppo in alto e, come le aquile, voli troppo da sola…cerca di assaporare questo sottile piacere… 😉
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Può apparire un commento “fuori luogo”, ma l’unica cosa che mi sento di dirti è questa: ti aspetto, per una bella escursione tra le vette che più amo, lungo la val Belluna.
Un caro saluto.
F.
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